La copertura o più comunemente tetto, ha la funzione di definire la parte superiore dell'edificio
e di salvaguardare l’ambiente interno dagli agenti atmosferici. Lo scopo fondamentale delle coperture è impedire le infiltrazioni di umidità e di opporre
resistenza alle sollecitazioni atmosferiche. Il manto di copertura (lo strato
esterno della copertura), garantisce la tenuta dall'acqua,
mentre la struttura portante ha il compito di sostenere il manto ed ulteriori
aggravi di peso (neve).
Se parliamo di nuove costruzioni sicuramente la struttura di copertura sarà costituita in latero-cemento, nelle abitazioni un pò più datate è facile trovare
solai di copertura in legno, a volte anche su nuove abitazioni per necessità vengono realizzati solai in legno o ferro esclusivamente per il loro peso inferiore. Per quanto riguarda la struttura in legno, le capriate sono disposte secondo l’inclinazione delle falde, riunite in sommità ad un travetto verticale (monaco o ometto), e inferiormente collegate ad una trave orizzontale (catena o tirante).Altra componente delle strutture portanti dei tetti a falde è la grossa orditura che è costituita da una trave di colmo, appoggiata su capriate o direttamente su un muro di spina e dai travi disposti secondo la pendenza delle falde. Terza e
ultima componente delle strutture portanti dei tetti a falde è la piccola
orditura. Costituita da correntini o listelli orizzontali, inclinati
secondo la pendenza del tetto, per il piano di calpestio si ricorre il più delle
volte ad un tavolato maschiettato, che per tale peculiarità dà una solidità
maggiore alla struttura.
Per quanto riguarda l'isolamento
termico, si sà che tutte le superfici dell’edificio disperdono calore, ma è soprattutto il tetto ad incidere sulla dispersione termica complessiva della costruzione. Oggi è possibile ridurre queste perdite energetiche impermeabilizzando e isolando termicamente il tetto con materiali specifici. In genere per un'ottimizzazione adeguata dei costi, per la copertura, viene utilizzata un
impermeabilizzazione/coibentazione costituita da un pannello
"accoppiato" da una lastra di poliuretano espanso e una guaina impermeabilizzante, (gli
spessori possono essere decisi in base alle necessità) con strato superficiale in ardesia per far aderire la malta in cemento o le schiume per la posa del manto di copertura, in questo modo si riesce a risparmiare la formazione di un ulteriore massetto in copertura ed oltretutto, sia per l'impermeabilizzazione che per la coibentazione, è richiesta un'unica posa in opera.
I manti di copertura comunemente utilizzati, sono realizzati
nella gran parte dei casi con: tegole
marsigliesi: sono derivate dalla tegola prodotta nei paesi nordici per
tetti a forte pendenza. Sono quindi caratterizzate da un'ampia funzionalità
nella copertura a falde di elevata pendenza, sempre con ottimali risultati di
impermeabilità e scorrimento delle acque; la pendenza minima richiesta per
questo tipo di tegola è del 35%
tegole
portoghesi: una combinazione fra il coppo e la tegola marsigliese sono state ottenute tegole a funzionamento intermedio che hanno assunto il nome
di tegole portoghesi; la pendenza minima richiesta per questo tipo di tegola è
del 30%
tegola coppo: la più
tradizionale e caratteristica in assoluto, richiede pendenze minori rispetto
alle precedenti, non è dotato di incastri e non è inusuale che con piogge
violente o vento forte il coppo disposto nella parte superiore (displuvio) a
volte scenda verso il basso.Lattoneria: per la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane sono usati i
canali di gronda, posati in opera con una pendenza capace di trasferire l’acqua in canali di discesa, chiamati pluviali.I materiali più usati per le grondaie ed i pluviali sono: il rame, acciaio inox, PVC-rigido, acciaio zincato, ed ultimamente zinco-titanio. La lattoneria in rame è ancora l'unico metallo considerato "eterno", nel caso di gronde e discendenti il nemico maggiore sono le esalazioni delle fognature provenienti dai condotti di scarico, questo perchè di solito il pozzetto o non è stato sifonato o il sifone non fà il suo lavoro, di regola la linea di scarico delle
"acque chiare" non dovrebbe essere collegata a quella delle "acque nere" e
questo fà sì che le esalazioni correndo per il pluviale arrivano alla gronda
dove la corrode e ne provoca dei fori, questo di solito è identificabile da un
colore ed un ossidazione bluastra. Un'ulteriore fattore che riduce la vita del
rame anche se con una lieve incidenza, è la salsedine dei luoghi siti in
prossimità del mare.Le giunzioni dei singoli elementi si eseguono sovrapponendo di diversi centimetri le estremità dei singoli pezzi; le
sovrapposizioni devono volgere verso gli scarichi per facilitare il deflusso
delle acque, inoltre è necessaria una pendenza minima dello 0.5%. Per evitare
che l'acqua, in caso di accidentale riempimento del canale, danneggi la facciata
dell'edificio, è buona norma tecnica che il bordo anteriore del canale sia
sempre ad una quota inferiore di
almeno 10 mm. rispetto al bordo posteriore.
Per tetti notevolmente inclinati, la linea di maggior pendenza deve incontrare
il fondo della grondaia in prossimità del centro se quest'ultima è semicircolare
e deve costituire la direzione della diagonale se la grondaia ha sezione
rettangolare o trapezia.
Nelle località dove le nevicate raggiungono altezze ragguardevoli è
consigliabile la posa in opera di canali a bocca relativamente piccola, perché
durante il disgelo la neve può esercitare, con la sua massa, un'eccessiva
pressione sul canale, danneggiandolo. Si possono, inoltre, evitare i danni della
neve disponendo in vicinanza della gronda i telai paraneve, fissati all'armatura
del sottotetto.
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